La vigna a ventaglio era un vigneto modello, voluto dal re Ferdinando IV di Borbone nella seconda metà del Settecento, sul territorio collinare di San Leucio, luogo già famoso poiché vi fu costruito, nello stesso arco temporale, il grande opificio serico.
Il sovrano, appassionato di botanica ed agronomia, decise di sfruttare la morfologia del terreno per dar forma ad un grande vigneto dalla forma singolare di un ventaglio, composto da nove grandi spicchi. In ciascuno di essi venivano coltivate altrettante tipologie di uve che avevano lo scopo di promuovere e valorizzare le migliori varietà di vite coltivate nel Regno delle due Sicilie. Ogni spicchio era accompagnato dalla presenza di una grande lapide di travertino, in cui veniva descritta la tipologia e la varietà del vino.
Collaboratore e creatore di tale progetto fu il grandissimo Luigi Vanvitelli, già architetto alla reggia di Caserta e collaboratore fidato dei Borbone. La vigna produceva esclusivi ed eccellenti vini, con una produzione di circa 80 barili ogni anno. Tra essi si distinguevano il Piedimonte Rosso e quello Bianco, il Procopio, il Delfino Bianco ed il Siracusa Rosso.
Come celebrazione di tale progetto, Ferdinando decise di far affrescare la volta della sala da pranzo degli appartementi reali di San Leucio con un bellissimo affresco che celebrava le nozze di Bacco ed Arianna, chiaro riferimento alla produzione Borbonica della vigna del ventaglio.