In Cilento esiste un’antichissima tecnica di pesca, praticata ancora da pochi : la pesca delle alici realizzata con le reti di “Menaica”. Si tratta di un tipo di pesca che vanta di una storia plurimillenaria. Fu importata dagli antichi greci, che la utilizzavano nelle pescose acque del mar Mediterraneo.
Successivamente queste reti furono quasi abbandonate del tutto, poichè la loro particolare foggia permetteva di catturare solo un numero esiguo di alici, le più grandi, mentre quelle più piccole scivolavano via tra le larghe maglie. Se ciò risultava svantaggioso in termini economici, non lo era affatto dal punto di vista qualitativo. Una volta gettate in mare, infatti, le reti catturano i pesci invischiandoli in modo che si dissanguino direttamente nell’acqua marina, e man mano che si estraggono dalle maglie vengono private di testa ed interiora. Ciò permetterà di evitare che il sangue si ossidi con il sale utilizzato nel processo di lavorazione, causando un retrogusto amaro ed acido al momento dell’assaggio. Una volta trasportate a riva le alici vengono immediatamente lavorate, lavandole nella salamoia ed in seguito riponendole nei tradizionali vasetti di terracotta.
Oggi il rito della pesca delle menaiche è praticato, ormai, solo da una piccola flotta di gozzi di Marina di Pisciotta, che sono riusciti a mantenerlo inalterato nei secoli, tramandando la tradizione da generazione in generazione. La pesca avviene all’imbrunire, da Aprile fino a Luglio, quando il mare è più calmo e ricco di pesci. Oggi le alici di Menaica sono un presidio slow food e rientrano nella lunghissima lista delle eccellenze gastronomiche che il Parco Nazionale del Cilento riesce ad offrire.