Il sottosuolo di Napoli è attraversato da un numero incredibile di gallerie e cunicoli scavati nel tufo per vari scopi, che differiscono a seconda dei loro diversi utilizzi nel tempo. I primi a scavare furono i Greci (III secolo a.C.), che estraevano materiale da costruzione dalla pietra estratta nel sottosuolo. I trafori sotterranei che venivano man mano a formarsi vennero, poi, impiegati per ricavare una serie di ambienti funerari ipogei.
Tali cavità incominciarono ad essere sfruttate in modo intensivo in epoca romana quando, in età augustea, vennero create alcune gallerie di collegamento tra la città di Napoli e l’area Flegrea. Veri e propri capolavori di ingegneria che diedero vita anche ad una serie di acquedotti molto complessi. Questi assicuravano l’approvigionamento idrico della città, partendo dalla sorgente del Serino, distante circa 70 km da Napoli.
Una fitta rete di tunnel e cunicoli venne, così, a svilupparsi parallelamente al di sotto di quella che era la città in evoluzione. I cunicoli dell’acquedotto si diramavano in tutte le direzioni, in modo da poter alimentare abitazioni e fontane situate in diverse aree della città. Da qui fu indispensabile e necessaria una manutenzione ordinaria e straordinaria dei condotti idrici, generalmente svolta dai cosiddetti “pozzari“. I pozzari erano lavoratori che si occupavano della gestione e della pulizia delle cavità idriche. Generalmente erano molto esili e piccoli di statura, per riuscire a destreggiarsi al meglio tra un cunicolo e l’altro. Per proteggersi dall’umidità erano soliti indossare un mantello da lavoro, che somigliava molto all’abito di un monaco.
La leggenda del Munaciello
Da questa ambigua figura prenderà strada una particolarissima leggenda, quella legata alla figura del “munaciello” , spiritello dispettoso che si aggirava per le case a derubare. I munacielli erano, in realtà, i pozzari stessi, che giungevano nelle case del centro storico attraverso dei passaggi dal sottosuolo, dove ne approfittavano per rubare qualche oggetto di valore o per sedurre le donne in assenza dei mariti.
La storia più recente della Napoli sotterranea è tristemente legata al periodo del Secondo conflitto mondiale. Le gallerie furono utilizzate come rifugi antiaerei per proteggersi dai disastrosi bombardamenti che coinvolsero la città. Fino a pochi decenni fa, invece, i tunnel furono talvolta utilizzati come depositi giudiziari o discariche abusive per materiale edilizio o di risulta.