Questa è la storia di Palinuro e Kamàraton, un’ ammaliante ed idilliaca ninfa che viveva a Camerota, nella splendida cornice del Cilento. Kamaraton era solita trascorrere le sue giornate immergendosi nelle acque cristalline del posto, lasciando che l’incanto del suo corpo sinuoso offuscasse tutta la bellezza circostante.
Un giorno il destino volle che Palinuro, il famoso timoniere di Enea, incontrasse lungo il suo cammino la fanciulla in procinto di bagnarsi, come sua attitudine, in una di quelle baie turchesi. Lo sguardo dell’uomo rimase incatenato a così tanta beltà. La sinuosità dei suoi lineamenti, la dolcezza dello sguardo e l’innocente sensualità delle sue forme riempirono i suoi occhi e spalancarono i cancelli del suo cuore. Ci volle solo un attimo perchè Palinuro si innamorasse perdutamente di quella soave e misteriosa fanciulla, al punto di chiederle immediatamente la sua mano.
Purtroppo, però, la risposta della ninfa non fu quella sperata da Palinuro. Kamàraton respinse algidamente la richiesta del nocchiero, travolgendolo in un angoscioso vortice di dolore, delusione e sofferenza. Le pene per quell’amore rifiutato furono tanto gravi da dover ricorrere all’aiuto di Morfeo. Il dio del sonno concesse finalmente all’uomo il beneficio di sprofondare in un torpore eterno. Solo un imperituro letargo avrebbe alleviato quell’insosteinibile tormento, cancellando per sempre la memoria dell’ineffabile amata.
Fu così che il cuore e la vita del povero Palinuro si spezzarono in un misero battito d’ali, sebbene Karàmaton pagò il suo rifiuto ad un prezzo molto alto. La dea Venere decise di punire la sua superbia, trasformandola in una roccia. La stessa roccia su cui oggi sorge il bellissimo borgo di Camerota. Il disdegno della ninfa fu risarcito con l’eterna visione di Capo Palinuro, il promontorio che si affaccia giusto dall’altro capo del golfo.
Due amori destinati a non congiungersi mai, ma che si guardano da lontano.